Bossi e due figli accusati di truffa per 40 milioni
Soldi sottratti allo Stato e usati per fini personali

La Procura di Milano accusa apertamente il caporione leghista Umberto Bossi di essere responsabile di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ossia di avere distratto e distolto i 40 milioni di rimborsi elettorali ricevuti dalla Lega in base ai rendiconti del 2008 e 2009. E meno male che costui inveiva contro “Roma ladrona”: una volta entrato nella greppia dei governi centrale e locale ha rapidamente superato i suoi maestri nella capitale in fatto di ladrocinio ai danni del popolo.
Alla truffa, secondo i magistrati milanesi, parteciparono anche l’ex segretario amministrativo della Lega Maurizio Balocchi per quanto riguarda il rendiconto dell’esercizio 2008 e Francesco Belsito, ex tesoriere leghista per il 2009 e 2010.
La Procura di Milano ha chiuso le indagini ed effettuerà ben presto la richiesta di rinvio a giudizio con varie ipotesi di reato per dieci persone, tra cui Umberto Bossi, i suoi due figli Riccardo e Renzo, l’ex vicepresidente del Senato Rosi Mauro, l’ex tesoriere Francesco Belsito e l’imprenditore veneto Stefano Bonet, l’uomo degli investimenti in Tanzania con i soldi del partito.
Rosi Mauro, ex senatrice del Carroccio, è accusata di una appropriazione indebita di 99.731,50 euro, denaro proveniente dalle casse del partito. Tra i soldi di cui l’ex esponente fascioleghista si è appropriata, secondo l’accusa, ci sono anche 77.131,50 euro per l’acquisto di una laurea albanese a favore del suo amichetto nonché agente della polizia di Stato Pierangelo Moscagiuro.
Anche il figlio di Bossi, Renzo, comprò - secondo i pm milanesi - la laurea in scienze aziendali in Albania con 77.000 euro sottratti al partito, ed entrambi i figli di Bossi, Renzo e Riccardo, sono accusati di avere usato a fini personali circa 303.000 euro di soldi pubblici ottenuti dalla Lega come rimborsi elettorali.
Infatti anche Riccardo, dopo avere accumulato scorrazzando con la sua auto da corsa in Lombardia oltre 7.000 euro di multe, deve rispondere per avere utilizzato i soldi del partito non solo per pagare tali sanzioni ma anche per avere acquistato – sempre con i soldi della lega - un’Audi A6 pagata 48.000 euro più 3.000 di assicurazione.
Anche a Belsito i magistrati milanesi contestano oltre due milioni di appropriazione indebita, accusandolo di avere sperperato i soldi dei rimborsi elettorali per multe, bar, ristoranti, rosticcerie, enoteche, composizioni floreali, abiti, hotel, prodotti di elettronica, armi e munizioni, ricariche telefoniche, pagamenti di parcheggi, cartelle esattoriali e tante altre spese che nulla hanno a che fare con l’attività politica.

11 dicembre 2013